sabato, marzo 03, 2007

Una fideuá (6)

Giro giro giro...

Rimesta bene, mi raccomando! Ci siamo quasi...
Ecco, a tavola!


Prima di mangiare, con altri 4 amici che verranno: abbiamo lasciato la porta aperta ed aspettiamo chiunque voglia varcarla, attratto dal profumo dello zafferano iraniano che fa l'amore con la seppia e la pasta; prima di mangiare vorrei leggere qualche riga di Jean-Claude Izzo. Un po' come una preghiera laica al mar Mediterraneo di cui parlavamo a prima mattina.

Qui non pensiamo. Dopo. Soltanto dopo pensiamo a tutte le ore della vita nelle quali avremmo dovuto imparare, e a quelle nelle quali avremmo dovuto dimenticare. Certo, è raro che un'intera vita possa trascorrere così, nella contemplazione. "Il nomade", scrive Jean Grenier, "considera l'oasi la terra promessa e la sua vita è un alternarsi di faticosi vagabondaggi e ristori. L'oasi per lui è la città."
Ho viaggiato così. Di oasi in oasi. Da Tangeri a Istambul, da Marsiglia ad Alessandria, da Napoli a Barcellona. E ognuna di queste città, con le sue stradine strette, tortuose, pullulanti di gente, mi ha offerto i suoi colori, i suoi frutti, i suoi fiori, i gesti dei suoi uomini e lo sguardo delle sue donne. Fino a che, un giorno, io potessi dichiarare come unica verità fondamentale: sì, amo queste città mediterranee nelle quali ci si sente come trasportati.


Buon appetito Massi e...

...rutto libero per tutti!!!




Ingredienti:
  • 500g di fideos piccoli (cabello de ángel)
  • mezza cipolla
  • un dente di aglio
  • 1 peperone verde
  • 1 peperone rojo
  • 2 pomodori maturi
  • una seppia grande (o un paio di calamari)
  • 1/4 kg di gamberetti
  • da 4 a 7 cicale o gramberi
  • 1 o 2 coda di rospo piccola (con la testa, il fegato e tutto)
  • Brodo di pesce (con le teste della coda di rospo, una carota, i gusci dei gamberi ,...)
  • Sale, pepe, zefferano, aneto, olio di oliva e una foglia d'alloro.


Preparazione
  1. Fare un soffritto di cipolla e quando iniziano ad ammorbidirsi, aggiungere i peperoni tagliati a strisce.

  2. Tagliare la seppia a pezzi e metterla in padella, rigirandola fino a che inizi a dorarsi un poco (un poco ho detto!). A questo punto aggiungere i pomodori freschi a cubetti e l'aglio tagliato fino fino.

  3. Dopo un po', aggiungere il brodo di pesce e lasciare cuocere a fuoco lento fintanto che la seppia non sia tenera (l'appizzate con una forchetta, se ritorna nella padella dalla quale viene, ci siamo). È a questo punto che dovete buttare una foglia d'alloro nel tutto.

  4. A parte girare i fideos in una padella con un poco di olio. Metteteli a poco a poco sennò si riempie la padella con una montagna di pasta e non ne uscite più.

  5. In contemporanea, aggiungere il pesce e i gamberetti nel brodo. Provare di sale. Aggiungere l'aneto e il pepe.

  6. Dopo pochi minuti, aggiungere i fideos nella pentola e rigirare. Dopo circa 3 minuti (metà cottura), ritirare la foglia d'alloro e aggiungere lo zafferano. Rigirate mentre la pasta assorbe il brodo e se il liquido inizia a mancare, aggiungete altro brodo o acqua calda per evitare che azzecchi e affinché i fideos si cuociano. In altri 4-5 minuti sarà pronto.

venerdì, marzo 02, 2007

Una fideuá (5)


Ecco.

Bene, mo che il tutto sta cuocendo nel brodo di pesce, rigiriamo per 3-4 minuti los fideos nell'olio caldo in una padella, così.
Ogni pezzo di pasta deve separarsi dall'altro. Muovilo con la cucchiara.


La cucchiara... mi ricorda Carmeniello a casa di Mara... ma lasciamo perdere che è meglio.
Giro giro giro, come la besciamella che la mamma mi raccomandava di girare sempre nello stesso verso "senno' si fanno i grumi!".
Giro giro giro, come il tappo delle medicine prima che ti accorgi che devi premere.
Giro giro giro, come quando bisogna piantare l'ombrellone nella sabbia e per fare il buco si gira l'asta.
Giro giro giro, come quando sei contento e balli e giri, giri, poi ti fermi e gira, gira tutto il resto.
Giro giro giro...
Ahem, forse megli che smetto, mi sta venendo mal di mare.
dici che può bastare così?


Jà, basta così: mettiamo tutto assieme.
Tho, Massi, gira la pasta mentre metto le spezie.
E fai attenzione a che non azzecchi!!

giovedì, marzo 01, 2007

Una fideuá (4)


Già, con il caffè e con il ragù... Ti ricordi il ragù che provammo a preparare a casa mia vero?
Ogni tanto c'è ancora qualcuno che me ne parla in giro.
Ma prima o poi verrà il giorno della vendetta!
Mangeranno un ragù talmente buono che dovranno chiedere scusa in ginocchio!
Voglio vedere dei lacrimoni scorrere dalle loro guance mentre implorano:
"Ancora un po'! Ti prego! Solo una forchettata! Solo un po' di sugo sul pane!"
Quando anche i nani avranno l'ombra lunga, allora sarà giunta l'ora del tramonto!!!

Umm... m'è scappata la mano... Oltretutto ogni volta che cito questa frase poi mi chiedo cosa significhi.
Tu ne hai idea?


Perché parli di quel ragù con tanta insistenza?
Non ti è bastata la figura di merda?
Credi esorcizzarla così facendo?
Profilo basso Massi, profilo basso...
Tho metti i pezzi di seppia nel soffritto. Nel frattempo filtro il brodo.

mercoledì, febbraio 28, 2007

Una fideuá (3)



A proposito di paella, un amico spagnolo mi raccontò di quanto è complicato farne una come si deve. Mi diceva che la paella va cucinata a varie
temperature e non deve essere mai girata. La parte a contatto con la pentola si deve bruciare e va servita tagliata praticamente a fette insieme alla paella che in superficie si è mantenuta piu' umida.
Tu ne sai qualcosa? Perche' se così fosse potrei dire di non aver mai mangiato una paella vera... e in tal caso bisognerebbe rimediare...



Si potrebbe fare.

Una volta mangiai una paella dalle parti di Tarragona fatta a fuoco a legna.
Di queste tecniche (e le bestemmie per usare una padella e non una paellera sui fornelli piccoli) me ne parlarono due amiche valenciane a... Trento.
Gli spagnoli sono pignoli con la paella come lo siamo noi con il caffé.

martedì, febbraio 27, 2007

Una fideuá (2)


Sai che Giardino non m'è mai piaciuto abbastanza? Non so perche', ma i suoi disegni non mi coinvolgono.

Invece sono grandiosi. Le scende preparate come una fotografia, ma con il realismo di un'istantanea.
Per non parlare dell'umanità (o disumanità in certi casi) dei personaggi. Pensa a Max Friedman: eroe senza volerlo, un uomo tranquillo in fondo che però ha il suo punto debole nella figlia piccolina. Hai ragione a dire che non ti è mai piaciuto abbastanza!


Ma tornando al nostro pranzo... dov'è che hai comprato questi fideos?

In Catalogna si trovano quasi ovunque. Se vuoi te ne mando un pacco a Roma, ma credo che si trovi qualcosa di simile: pastina fina per il brodo, come spaghettini tagliati corti.
Taglio i peperoni mentre tu metti su il soffritto...

Peperoni

lunedì, febbraio 26, 2007

Una fideuá (1)

Yuppi! Stamattina mi sono svegliato presto e sono andato a vedere una bella mostra di fotografia.
Di Centelles, la "gloria catalana" durante la guerra civile.
Se pensi che in quel periodo, in Catalogna c'erano, fianco a fianco, personaggi del calibro di Orwell, Capa, Don Pasos, Centelles, Hemingway, Garcia Lorca, ... Tutti a lottare contro il fascismo!
Nelle foto di oggi ho ritrovato i disegni di Vittorio Giardino (No pasarán) e anche una sofferenza che ci è famliare e vicina. Le foto dei bambini morti sotto le bombe a Lleida, massacrati dalla Legione Cóndor, e allineati lungo la strada una volta tirati fuori dalle macerie, sono molto simili a quelle viste recentemente della guerra Irsaelo-Libanese. Giusto sull'altra riva del Mediterraneo. Volti simili, cultura vicina, stesso mare e uguale disperazione.


(c) Agustí Centelles - Lleida 1937

Un po' per celebrare questo mar Mediterraneo che è il nostro, faremo una fideuá.
È un po' come la paella, però con una pasta corta e sottile, i fideos appunto.



La guerra è uguale dovunque. Ci si illude che quelle scene di terrore e di sofferenza possano appartenere solo a luoghi lontani dai nostri, con una cultura diversa.
Questa distanza apparente credo serva come giustificazione morale alla distanza che si prende da quelle scene di inferno.
Nessuno si sente mai abbastanza colpevole.
Come diceva De Andrè? "Anche se voi vi credete assolti siete lo stesso coinvolti".
L'altra riva del Mediterraneo era paradossalmente più vicina quando si viaggiava con le navi a vela che adesso che ci si arriva in pochissime ore ...

Questa foto che mi stai mostrando dal catalogo di Centelles mi fa venire i brividi.
Tecnicamente perfetta, i soggetti sono dove devono essere in una foto, i bianchi e i neri sono tutti lì.
Ed emozionalmente potentissima... quella donna pare che stia soffrendo così tanto da non riuscire nemmeno ad urlare.
A quest'ora della mattina poi l'impatto è ancora piu' forte...


Si, è quella che mi ha colpito di più di tutta la mostra. Mi veniva da piangere... e sono dovuto andar via.