sabato, dicembre 16, 2006

Una zuppetta di gamberi e ceci (6)

"anzitempo" mi sembra una parola grossa!! Passami i gamberi, va! che li aggiungo alla zuppa...
Ora saggiamo un po' il sale e il pepe e tra 10 min siamo pronti per passare a tavola!
Che vino consigliamo per questo piatto, Massi?


Sceglierei un vino proveniente da una terra di mare e marinai. Ho messo in frigo un Gravina Bianco DOC che ho comprato questa estate, un vino che non ho mai provato.
Ti va di correre il rischio? A me pare una buona occasione.





Ingredienti:
  • 300g di ceci secchi
  • 250g di gamberi sgusciati
  • aglio
  • rosmarino
  • mezza buatta di passata di pomodoro (4 cucchiai)
  • 2 filetti di acciuga o una manciata di capperi di Pantelleria
  • 1 litro di fumetto di pesce
  • crostini di pane secco
  • pepe (bianco)
  • sale q.b.

Per il fumetto di pesce:
  • del pesce
  • una cipolla infilzata con 3-4 chiodi di garofano
  • 2 carote
  • un gambo di sedano
  • un ciuffo di prezzemolo
  • 1 litro e un quarto di acqua
  • alcuni chicchi di pepe

Preparazione:
  1. Mettete in una pentola capiente le verdure, il pesce e il pepe. Coprite di acqua e lasciata sul fuoco per un ora.
  2. Mettete i ceci (che avrete lasciato una notte in acqua con un po' di bicarbonato) in una pentola, assieme a uno spicchio d'aglio e un rametto di rosmarino. Caprite d'acqua, portate a ebollizione e lasciate sobbollire per 3/4 d'ora. Scolate e passate a setaccio.
  3. In una pentola capiente, fate sciogliere le acciughe in poco olio. Aggiungete i ceci e mescolate.
  4. Aggiungete la passata di pomodoro e mescolate bene. Finite col coprire il tutto con il fumetto.
  5. Portate a ebollizione un altra volta e, quando bolle, aggiungete i gamberi.
  6. Saggiate di sale e pepe e cuocete altri 10 minuti.
  7. Preparate dei crostini con del pane secco sfregati con dell'aglio. Riponeteli sul fondo del piatto e coprite dolcemente con la zuppetta. Servite prima che si raffreddi (alcuni amanti aggiungono olio a cruso, badate però che -se siete di questa scuola- non sia forte, che coprirebbe il suave sapore del pesce e del pepe bianco macinato di fresco).

venerdì, dicembre 15, 2006

Una zuppetta di gamberi e ceci (5)


Quella brava Nonna Papera. Sai quante torte avrà sfornato in tutti questi anni ai piedi della collina Scassamotori?
A proposito, credo che fosse Barks che diceva che Paperone de' Paperoni è un personaggio interessantissimo, molto più dinamico degli altri paperi.
Sarà pur vero, ma il fatto che abbia perso buona parte della sua umanità attraverso le prove a cui l'ha sottoposto la vita ne fa un personaggio più negativo che altro.


Zio Paperone! Ecco chi volevo invitare... tirchio com'è avrebbe accettato l'invito senza indugio! Ma probabilmente si presenterà da solo a pranzo appena saputo che il nipote è diretto a casa nostra.
Son daccordo con te, Paperone diventa "necessariamente" disumano per poter tener dietro al suo desiderio di ricchezza. E se per un verso il messaggio puo' piacermi, perchè insegnerebbe a quali aberrazioni della personalità porta la brama di ricchezze materiali, dall'altro mi preoccupa un po', perchè Paperone riesce sempre ad averla vinta nelle sue battaglie, suscitando spirito di emulazione nel lettore.


Paperone però ce l'ha sempre vinta perché è "uno bbuono"! Il terrore del Transvaal si faceva chiamare, non per niente...
È uno di quei personaggi per i quali non sai se parteggiare oppure no. Paperone è sicuramente dotato di una storia e di parecchio spessore, ma noi ci identifichiamo in Paperino, vero? Un decadente come noi!


Per molti versi direi di si. M'è rimasta impressa una vignetta in cui Paperino, sdraiato sull'amaca in giardino, legge un libro intitolato "L'arte dell'oziare", e in questo momento mi pare che anche noi stiamo oziando davanti ai fornelli, lasciandoci spingere invece che dal vento dai profumini che escono da quei tegami.
Pero' Paperino mi pare un po' troppo irascibile rispetto a noi. Vero pure che i nipotini sono insopportabili e saccenti...E poi povero Paperino, noi qui a "impegnarci" per non procreare anzitempo e lui si ritrova tre rompiscatole senza batter chiodo...

giovedì, dicembre 14, 2006

Una zuppetta di gamberi e ceci (4)


I Saggi sul Buddhismo Zen! La prossima volta che mi trovo in prossimità del tuo comodino li sostituisco con il Manuale delle Giovani Marmotte e vediamo che effetto fa.
Questo purè di ceci sembra che non veda l'ora congiungersi con i gamberetti e tutto il resto della zuppa!




Si, non fare troppo caso ai capperi che vedi: mi sembrava una buona idea, ma ci sto quasi per ripensare...

In genere i capperi mi piacciono, pero' li uso per i sughi o per i ripieni. Nella zuppa mi incuriosiscono, ma a te l'ultima parola!

Magari passati al setaccio come i ceci...
Comunque mo scaldo un po' di olio nella pentola grande, ci faccio sciogliere un paio di acciughe (senza dubbio meglio dei capperi), i ceci e la passata di pomodoro.
Mentre continuo la preparazione, mi dici chi abbiamo a pranzo oggi, oltre al comandante Cousteau? Mi dicevi l'altro giorno che volevi invitare Paperino: sei riuscito a sentirlo?


Paperino? Ma si, l'ho sentito, ha detto che aveva un po' da fare con Nonna Papera. Credo stessero raccogliendo cavolfiori. Pero' appena finito ci raggiungerà e ci portera' una fantastica ricetta della nonna!

mercoledì, dicembre 13, 2006

Una zuppetta di gamberi e ceci (3)


A me, Italo Calvino, malgrado numerosi e ripetuti tentativi, non è mai piaciuto. Lo so, lo so... Niente da fare. Mi mancano praticamente soltanto le Città Invisibili da esplorare, ma finora, a parte qualche Marcovaldo, Calvino non mi ha destato nessun interesse.

Difatti ricordo con agghiacciante terrore la forzata lettura del Cavaliere Rampante in terza media. Avevo appena letto Il Sergente nella Neve di Carlo Levi (autore che ho ritrovato con piacere anni più tardi) e il
libro di Calvino mi sembrava tanto insignificante, tanto ingenuo che all'esame di terza media lo feci una chiavica mentre tutti gli altri bambini dicevano -compiaciuti- che era "bellissimo".

Massi, mi metteresti a bollire quei ceci lì? (li ho messi in ammollo ieri sera)


Ecco fatto. Ceci sul fuoco.
Mia nonna li metteva ad ammollare con un po' di bicarbonato, come si fa, ma riscaldava appena un po' l'acqua. Giusto un minuto sul fuoco. Pare che avesse un effetto incredibile sulla tenerezza del cecio.
A me Calvino è sempre piaciuto, credo che riesca a giocare con il tempo e con lo spazio in maniera eccezionale. Ho letto il Barone Rampante (non era un semplice cavaliere) pochi anni fa e l'ho trovato bellissimo come i tuoi compagnelli di classe.
Ma nemmeno "Le Cosmicomiche" e "Ti con Zero"? Un uomo di scienza come te?


Vedi? Lo avevo involontariamente degradato! ;-)
Mi stai ponendo la domanda che mi pongono tutti: c'è sempre qualcosa da leggere che potrebbe piacermi dell'opera di Calvino. Però perché mi deve piacere a forza? Ci sono mille e mille altri autori da conoscere e che -per me- rappresenterebbero di più. Quindi perché fissarmi su di uno che, per di più, non mi trasmette nulla?

E mica ti ci devi fissare? Però ti deve piacere a forza! Calvino è bello e basta!
E' come quando dico che non mi piace GianMaria Testa, mi trattano come se volessi in questo modo provocare. Ma a me quello mi mette tristezza, che ci devo fare. E nulla mi trasmette. Però ho deciso che mi piace e basta, al prossimo che me lo chiede gli rispondo "certo che mi piace! a chi non piace! come può non piacere" e si evita tutta una discussione alla fine della quale ci faccio la parte di quello che a tutti i costi vuol sembrare anticonformista.
E tu che stai leggendo?


Nun me piace 'o presepe...
Devi sapere Massimiliano che ho due pile di lettura. Una a breve termine e una a lungo termine. I libri a breve termine sono quelli che leggo ora, subito, nel metro. A lungo termine invece sono quelli che stanno sul comodino da più di un anno e che consulto più che leggere. Uno di questi sono i saggi sul buddhismo che mi hai prestato tempo addietro (non ti preoccupare, uno di questi anni te li restituisco).
Ora che i ceci sono cotti, li riduci a purè mentre sguscio i gamberetti?

martedì, dicembre 12, 2006

Una zuppetta di gamberi e ceci (2)

Ho visto quel film, ma a dire il vero non m'è piaciuto molto. Sicuramente si tratta di una forma di ironia e humor originale, ma decisamente non è il mio genere.
A proposito di nonni e di vini... mi hai fatto tornare in mente quando a pranzo, ad Avignone, tuo nonno e tuo padre facevano a gara a chi mi faceva assaggiare più vini tentando di darmi indicazioni sulla provenienza ed altre dritte. All'inizio riuscivo a capirci qualcosa, ma dopo un po' la mia testa cominciava a fermentare come un tino pieno di mosto. E poi iniziavano le barzellette sul Belgio e sui Belgi! Il mio stentatissimo francese mi permetteva solo di capire quando dovevo ridere per non far brutta figura.
In genere aspettavo che dicesse la parola "patate", ridevo (e non era difficile dopo tutto quello che mi avevano fatto bere e mangiare) e ci facevo anche discreta figura. O forse cosi' volevano farmi credere...
M'è venuta voglia di un pastis! Tre parti d'acqua ed una di Ricard!
Ma fammi ficcare il naso nel tegame che vedo sul fuoco...



Si tratta del brodo che sto facendo col pesce. Ieri, come al solito sono andato al mercato ed ho comprato un po' di cose: una coda di rospo bella grande, del salmone e i gamberetti per oggi.
Quando il signor Miguel mi ha sfilettato la coda di rospo (la farò alla griglia con alcune spezie indiane, giusto per vedere cosa ne esce), mi ha detto di conservarne la spina centrale per farne fideuá (qui a Barcellona non si fa la paella col riso bensì con un tipo di pastina -i fideos- e il risultato si chiama appunto fideuá). Unita ai resti del salmone e a qualche verdura (carote, prezzemolo, cipolla), la spina di coda di rospo ci tirerà fuori un brodo migliore di qualsiasi intruglio artificiale!

Ultimamente a casa, in mancanza di pastis e in piena moda mediorientale, ci stiamo dando all'arak libanese o al raki turco. Però non è stagione di pastis...
Ti ricordi quegli interminabili pomeriggi d'estate a sorseggiare pastis sul divano di Hyères?


E come posso dimenticarmene ... che dolce far niente.
Sai cosa ho cominciato a leggere? Uno di quei libri che in genere ti rifilano a scuola da piccolo. A me non l'hanno mai rifilato... Il Cavaliere Inesistente di Italo Calvino.
L'hai letto?

lunedì, dicembre 11, 2006

Una zuppetta di gamberi e ceci (1)

Buongiorno Massimiliano.
Inizia a fare freschetto... Ci vorrebbe qualcosa di caldo che ci arripigli, tu che dici?

Stavo pensando a un brodino, anzi: una zuppetta. Una zuppetta di gamberi e ceci.


Bravo, bravo. Dopo i bagordi di ieri sera l'idea di una zuppetta mi piace.
Ci aiuterà a riprenderci da quei pessimi cocktail che ci hanno rifilato.
Anzi, a tal proposito, tu credi nella teoria che il giorno dopo una pessima sbornia il cosiddetto "richiamino alcolico" possa aiutare?
Insomma, stappo una birretta anche per te?
E sempre a proposito di leggende metropolitane, vedo che qualcuno ha infilato un cucchiaino nel collo della bottiglia di birra. Ma 'sta cosa funziona veramente?
È da tanto che me lo chiedo e un po' di tempo fa trovai una teoria secondo la quale le particelle di anidride carbonica, mentre cercano la loro via di fuga attraverso il foro, incontrano il freddo cucchiaino (funziona dunque solo in frigorifero!) e contraendosi per l'abbassamento di temperatura diventano più dense e cascano di nuovo nella bottiglia.
Quindi il cerbero metallico avrebbe un seppur minimo effetto nel conservare le bevande frizzanti.
Ma qualcuno piu' saggio ancora mi ha consigliato di finirmi la bottiglia una volta aperta invece di abbandonarmi a stupidi espedienti.


Saggia persona! Ma stamattina ti sei svegliato pieno di domande? Si può sapere che cose ti hanno rifilato ieri sera?
Se possibile, invece della birra mi verseresti un po' di quel Fiano di Avellino che ho visto in cantina?
La tecnica della forchetta l'ho sentita anche io (e usata in passato) e sembrava funzionasse (autosuggestione?). Spiegavo il fatto dicendo che il metallo reagiva con l'ossigeno dell'aria prima che questi entrasse nella bottiglia e quindi rovinasse il liquido all'interno.
Però, per conservare la birra non c'è nulla di meglio della schiuma della birra stessa. Preserva il liquido dall'aria e quindi dall'ossidazione (il sapore si rovina) e dalla "perdita di bollicine". Mi fanno ridere coloro che si versano la birra facendo attenzione a non fare schiuma! E poi, sai cosa si dice a Modena? Bere schiuma rende furbi!


E dunque invece di pane e volpe, come mi dicevano da bimbo, tu suggeriresti birra e schiuma?
Approvo sicuramente, sia perchè mi piace la birra con la schiuma, sia perchè non saprei come preparare la volpe.
Forse con un contorno di uva, ma quelle sono altre storie.
E a proposito di zuppe e ricordi di bimbo, io oggi ho invitato a pranzo il grande Jacques-Yves Cousteau, che mi ha fatto sognare con i suoi viaggi sulla Calypso.
Sai che lui usava mettere del vino rosso nel piatto della zuppa? Qualche volta ci ho provato anche io per spirito di emulazione e devo dire che la cosa non mi ha esaltato più di tanto.
Invece ci preferisco del pepe bianco. Tu che dici? sarò adatto anche per il nostro piatto di oggi?


Credo fosse il mio bisnonno materno che metteva vino nella zuppa. Oddio! credo mettesse vino quasi ovunque. Produceva un vino acidissimo dalle parti di Rive-de-Gier, una valle tra Lione e St.Etienne. Lo produceva tutto da solo, andava a coltivare i campi in collina dopo una giornata passata in miniera. Impossibile dirgli che era veramente tremendo, dopo tutta la fatica e l'amore messoci! Quindi i parenti bevevano aggrappandosi al tavolo e gli facevano i complimenti.


Il pepe bianco lo metto spesso nel pesce, perché si sposa meglio del pepe nero, essendo meno agressivo e più profumato. Quindi non temere: lo useremo anche oggi. Il pepe macinato di fresco caccia fuori un profumo veramente piacevole, quasi un incanto. Pensando a Cousteau, dovresti sentire Seu Jorge: è un artista brasiliano che ha partecipato al film Life Acquatic (parodia dei viaggi della Calypso), suonando canzoni di David Bowie alla chitarra acustica e in portoghese.