sabato, dicembre 30, 2006

Una terrina di verdure (6)

Suonano al citofono:
-Bentrovato caro mio... si, si... ti stiamo aspettando...siamo quasi pronti.


Eccomi qua finalmente! Non hai idea di cosa ho trovato per strada!
Folle oceaniche in tutti i negozi... queste cose mi rincretiniscono.
Pensa che ho lasciato la vespa parcheggiata davanti all'enoteca, e quando sono
uscito c'era un babbo natale che la usava come scenario per le sue foto con le
turiste di passaggio!
A saperlo che funziona così ... la prossima volta vado in giro anche io con barba
e cappello.




Pero' sono riuscito a fare tutto quello che dovevo!

Ué, Massi! Hai portato del vino rosso? Ma cos'è quella busta? Salumi!!!
Eccerto che ci stanno bene con la terrina di verdure! Alla salute!



Questi splendidi salumi li ho trovati in quel negozietto dietro al mercato che tu m'hai insegnato.
To', comincia ad affettarne un po' che io devo ancora lavarmi le mani.
E questo è il vino. Non ho usato molta fantasia.
E'festa, la tua terrina è bella e sicuramente buona e delicata (poi mi spieghi come l'hai fatta), i salumi sembrano spettacolari ... e quindi ho scelto "semplicemente" del Barolo. E' forse il mio vino preferito.
Se qualcuno tenta di annacquarlo ti prego di legarmi stretto, potrei essere pericoloso.
E adesso a tavola!
A proposito, questo pacchetto è un piccolo regalo per te...
Buone feste e buon appetito!!!
E anche per oggi direi rutto libero...



Ingredienti:
  • 500g di spinaci
  • 500g di cavolfiori
  • 200g di carote
  • 300g di zucca
  • 6 uova
  • sale, pepe, noce moscata, cannella
  • 30cl di panna

Preparazione:
  1. Pulire le verdure e cuocerle separatamente (in acqua bollente salata o al vapore).
  2. Farle asciugare, passarle e levare quanta più acqua residua.
  3. Aggiungere le spezie ai passati di verdura (cannella per gli spinaci, noce moscata per il cavolfiore e pepe bianco per carote e zucca), correggere di sale.
  4. Sbattere i bianchi a neve e incorporarli in ugual misura con le verdue.
  5. Aggiungere la panna da cucina leggermente montata.
  6. Imburrare una terrina, versarci dentro i composti l'uno dopo l'altro.
  7. Passare a forno già caldo per un'ora a 150°C a bagno maria.
  8. Sformare e servire tagliato a fette con una salsa alla panna servita a parte.

venerdì, dicembre 29, 2006

Una terrina di verdure (5)



Adesso montiamo le chiare delle uova a neve. Un trucco per mantere la neve spumosa senza che se ne "scenda" è quello di spruzzarla con qualche goccia di limone. Mo ve l'ho detto!
Unisco piano piano, mescolando dal basso verso l'alto un terzo di chiara per ogni recipiente di verdure.

Una volta eseguita questa operazione (si può aggiungere un po' di panna all'impasto, per gradire!), verso -guardate bene- con cura ogni verdura in una terrina imburrata generosamente. Devono venire degli strati e quindi pensate ad alternare i colori per avere il migliore effetto. Generalmente si è patriottici e si mette prima l'arancione, poi il bianco del cavolfiore e infine il verde degli spinaci. Sarebbe la bandiera irlandese, ma non penso che nessuno si scandalizzi.
Questo fatto mi ricorda un giorno che mio bisnonno appese un mazzo di ravanelli alla regia bandiera alberata fuori dalla sede del suo giornale, nell'occasione del compleanno del re. Sarebbe lunga raccontarla adesso, anche perché Massi non dovrebbe tadare, però sappiate che finì con una fuga precipitosa sui tetti di Napoli.

Inserisco il tutto in un forno già caldo. A 150° per un'oretta a bagno maria.

giovedì, dicembre 28, 2006

Una terrina di verdure (4)

Le 3 verdure cotte e passateComunque adesso le verdure si sono asciugate e finiamo di "spremerle" nel setaccio. Dobbiamo ora ridurle in purea: un frullatore a immersione è proprio lo strumento adatto!
BRRZZZZZZZZZZZWHUUUAAMMMMMMM

Come in figura, adesso abbiamo le tre verdure -scelte più per il loro colore che per il loro sapore- passate e pronte ad acquisire nuovi sapori.
Come forse saprete, faccio parecchio uso di spezie. Propongo quindi di aggiungere al cavolfiore della noce moscata, della cannella agli spinaci e del cumino alle carote e a alla zucca. Così esaltiamo un po' i sapori da un lato e dall'altro offriamo sfumature diverse ai commensali.
L'uso delle spezie è una suggestione più che altro: non bisogna coprire i sapori dei cibi, bensì sposarli, accompagnarli. Come in ogni buon matrimonio, qualche contrasto di tanto in tanto non guasta... così come qualche sorpresa.

Se ci fosse Massimilano, gli chiederei di montarmi i bianchi a neve, però non lo vedo arrivare: si sarà intalliato dabbasso col portiere che è sempre un gran chiaccherone!

mercoledì, dicembre 27, 2006

Una terrina di verdure (3)

Mi si chiedeva cosa sono i "bucchinotti"...
A me sembrano una cosa sfiziosa assai. Ricopio qua sotto le indicazioni per la preparazione che ci dà il Cavalcanti:


Farraje la pasta nfrolla, com sta scritto a lo Capitolo V § V, ne farraje li bucchinotti dinto a lle forme lloro, e lli mbottunarraj co nu raungino de nteriora de pulli, po nge miette ncoppa l'auta pasta, e miettarraje li bucchinotti dinto a no ruoto, e li farraje cocere a lo furno, o sotto a lo tiesto."

E' chiaro a tutti? Si tratta di crostatine ricoperte di pasta frolla, ripiene di ragù di interiora di pollo. Dolce e salato, tipico della cucina del '700-'800. Un giorno li facciamo, che non sembra difficile (anche se nutriente: la pasta frolla porta parecchi tuorli d'uovo).
Per i non napoletani, altre precisazioni mentre aspettiamo a Massi (che magari ci porta anche una bella bottiglia fresca di vino bianco): il "puorco sarvateco" non è altro che il cinghiale, mentre le "ammennole ncroccanna" sono mandorle caramellate.

martedì, dicembre 26, 2006

Una terrina di verdure (2)

Una volta cotte le verdure, scolatele e lasciatele in un colino a... scolare.
Ora abbiamo un po' di tempo a disposizione. Un po' di tempo che impegnamo nell'attesa di Massi (che ormai non dovrebbe tardare) e nello sfogliare libri, di cucina ovviamente!
La letteratura culinaria si fa anche su ricette. Alcune sono quasi poesie o trattati di storia.
Per esempio, il Cavalcanti (Cav. Ippolito Cavalcanti, Duca di Buonvicino, vissuto nel XIX sec. e autore del famosissimo trattato di Cucina teorico-pratica scritto in napoletano, di cui trovate una splendida edizione edita da Marotta nel 1986) menziona un pranzo di Natale che ci insegna sia il dialetto che gli usi e costumi dell'alta borghesia del '800.



Pe l'Juorno de lo S.Natale

Menesta de cecorie
Bollito de vaccina, Salame, e aute ccose
Capuni a lo tiano
Puorco sarvateco nseviero
Bucchinotti mbottunati de nteriora de pulli
Costatelle de puorco ngrattinate
Nsalata cotta de cavolisciore, e bruoccoli
Ammennole ncroccanna

lunedì, dicembre 25, 2006

Una terrina di verdure (1)

oh oh oh, buona Natale!
Ormai siamo nelle feste e la grande abboffata festizia è prossima (per chi non ha già iniziato).
Stavo parlando con un'amica, ieri sera, e ci dicevamo che si potrebbe iniziare a mangiare a sfondarsi la panza inizio dicembre, con San Nicola (il Babbo Natale originale), proseguire con Santa Lucia, Natale, Capodanno e la Befana (che in Spagna si chiama "i Re" e che tradizionalmente è la festa dei regali e delle abboffate).
Sono sicuro che, se ci impegnamo, potremmo trovare tradizioni tutte intorno al mondo che ci permetterebbero di mangiare a morirne tutti i giorni dell'anno, rispettando i calendari religiosi!
Massimiliano non è ancora arrivato: è ancora presto e abbiamo qualche preparazione preliminare da fare prima del clou della ricetta.
La terrina di verdure va preparata con verdure cotte, ma queste devono essere asciutte al momento della cottura. Questo vuol dire che vanno cotte con un po' di anticipo, diciamo la mattina per la sera (o la sera per la mattina).



Abbiamo qui un cavolfiore, delle carote e della zucca e degli spinaci. Il cavolfiore sarà cotto al vapore come carote e zucca, metre gli spinaci sono stati messi per pochi minuti in acqua salata bollente (come la pasta!).

sabato, dicembre 23, 2006

Due pagri al forno (6)


Tho, mo che è pronto il "letto di patate incipollate", ci metto qualche fetta di pomodoro per colorare il tutto.
Il resto della ricetta sta in basso: abbiamo bevuto troppo vino mentre preparavamo e -onestamente- non me la sento di continuare a raccontare la preparazione. Solo una cosa: non siate parchi sul limone e il prezzemolo che inserite nel pesce; una spruzzata di pepe bianco all'interno delle pancie, assieme a prezzemolo e limone, ci sta bene pure.
Massi, metti su un po' di musica mentre cuciniamo, che è più allegro!


Vado a prendere un disco di Daniele Sepe. Non so perchè ma i colori che il nostro pranzo sta assumendo me lo hanno fatto venire in mente.
Hanno suonato al citofono! Sono i nostri ospiti di sicuro.
Metti in tavola che il mio stomaco protesta!





Ingredienti:
  • 1 1/2 kg di pagro
  • un ciuffo di prezzemolo tritato
  • 3 cucchiaiate di pane grattuggiato
  • 1 limone
  • 1 bicchiere di vino (tostado del Ribeiro)
  • 1/2 kg di patate
  • 1/2 cipolla
  • 2 pomodori
  • Olio e sale
Preparazione:
  1. Squamate e pulite il pesce. Pelate le patate e tagliatele a fette non troppo sottili.
  2. In una padella ponete un bicchiere d'olio e poi le patate e la cipolla (anch'essa tagliata a fette).
  3. Nel frattempo date 3 tagli sul lato del pesce e collocatevi altrettante fette di limone. Ponete il restante limone (privato della buccia) all'interno del pesce.
  4. Quando le patate sono dorate (ma non totalmente cotte, badata bene, altrimenti finisce che facciamo il puré!), correggete di sale e versate il contenuto della padella in una pirofila. Tagliate i pomodori e metteteli sopra il tutto. Coprite con il pesce.
  5. Mescolate l'olio restante nella padella con il pane grattuggiato e il prezzemolo. Con questo impasto coprite il pesce.
  6. Inserite la pirofila nel forno (preriscaldato una ventina di minuti -quindi al punto2). Cuocete a fuoco medio per una mezzora-venti minuti.
  7. Quando tirate il tutto dal forno, versate il vino sopra il pesce delicatamente. Servite nella priofila stessa.

venerdì, dicembre 22, 2006

Due pagri al forno (5)

Ma dunque? Chi ti avrebbe suggerito la ricetta di oggi?
Non starai mica improvvisando? La domenica in cucina si va sul sicuro!
Non si possono correre rischi, altrimenti tocca aspettare un'altra settimana per il pranzo rituale! E poi che figura ci facciamo con gli ospiti?
A proposito, l'unico che ha accettato il mio invito è Alan Turing. Spero che si trovi bene con i tuoi ospiti.
Vorrei ricordarti di non portare mele tra la frutta... non vorrei che si facesse venire strane idee...


Tipo?
La ricetta di oggi è galiziana. Dunque nulla di improvvisato: niente è mai improvvisato, tutto si tiene e siamo frutto dalla causalità.
In Galizia (regione bellissima appena a nord del Portogallo) si mangia molto pesce e frutti di mare. Sembra quasi un paradiso in terra! Pensa che sono celti, con tanto di megaliti e strumenti musicali simili a quelli irlandesi.Dolmen de Axeitos, Ribeira, Galicia
Lo sapevi che Alan Turing giocava a go? Magari potremmo farci una partitella dopo pranzo. Potremmo anche perderci -a seconda della quantità di vino ingurgitata- in ragionamenti sul senso delle cose. Cosa rappresenta un punto fisso? I "livelli" sono reali o virtuali? E poi, cos'è la virtualità?
Da accoppiare ad Alan, ho invitato Oscar Wilde. Sarà un pranzo molto... filosofico e gaio!


Turing fu arrestato e procesato per omosessualità. E per questo fu condannato alla castrazione chimica.
Dai racconti dei suoi amici e dei suoi colleghi, pare che a Turing fosse piaciuta particolarmente la storia di Biancaneve e i Sette Nani, che aveva visto al cinema. Negli ultimi giorni della sua vita fu sentito fischiettare e canticchiare spesso la canzoncina che la strega intonava mentre preparava la mela avvelenata.
Turing fu trovato morto avvelenato nel letto e vicino a lui c'era una mela morsicata. Ma una mela al cianuro!

Oscar Wilde ed Alan Turing... devo dire che gli ospiti di oggi sono eccezionali.

Senti, ma se come vino iniziamo a finire la bottiglia che stai usando per cucinare?
Il tostado del Ribeiro intendo.
E dopo possiamo continuare con un bel Langhe Chardonnay.


hummmmm....
gné. Il vino dolce lo lascerei per il finale; magari avessimo qualcosa di dolce. Qualcosa di cioccolattoso...

giovedì, dicembre 21, 2006

Due pagri al forno (4)

Ecco! ecco!
Sai? a proposito di vegetarianesimo, una volta venne a casa un tipo, fidanzato di una amica, e io stavo per cucinare.
Dissi: "Posso fare le salsicce! ti piacciono le salsicce?",
e la fidanzata mi fa: "Ma veramente lui è mezzo musulmano",
e io di rimando: "Vabbe', allora vuol dire che te ne mangi mezza".

ah ah ah

Pensa che si è quasi offeso.

Si, certo, si è mezzo offeso, no?! ah ah ah

eh eh...
Poi è finita che ho apparato con un cuscus vegetariano e via!


Sei sempre un grande!
Ora metto abbondante olio nella padella e soffriggo patate e cipolle. Prendi il pesce nel frattempo...

mercoledì, dicembre 20, 2006

Due pagri al forno (3)

Scusa, sono un po' lento: ieri sera sono stato in ad una festa e sto ancora sto rimbambito.

A me lo dici? Ieri ho festeggiato la fine di un corso. l'esame finale è stato devastante... tu non hai idea!
Tieni presente il corso di Trautteur? ecco, lo stesso ma nel quale solo sognare di prendere la media è improponibile.
È stato un massacro!


glab!

...e quindi abbiamo deciso di festeggiare ubriacandoci.

ottima idea!!
Io mi sono trovato ad una festa aziendale...


ahi ahi ahi

...pero' dopo qualche gintonic era uguale alle altre feste, ma si ballava...
Mi ci ha trascinato un'amica e mi sono divertito.


bravo bravo
Noi siamo andati per bar e poi a un ristorante indiano molto buono.


Devo dirti che in genere non mi piace troppo la cucina indiana.

Massi, dovremmo fare una puntata sulla cucina indiana, ché ho delle cose da dire a riguardo.

Bene! Zakir Hussein colonna sonora e un B-movie mentre cuciniamo.

Approvato in toto.
Senti, me le vuoi tagliare 'ste benedette patate, che io qui ho finito con le cipolle!!

martedì, dicembre 19, 2006

Due pagri al forno (2)


Fossi in te avrei un'attenzione particolare per quella lama. Diciamo che non mi piacerebbe avere un nemico come il signor Miguel...
Il pagro non l'avevo mai sentito nominare. Ma a proposito di pesce, ho regalato ad un amico una pietra ollare. Pare che sia ottima anche per il pesce.
Ti sei mai trovato ad usarla?


Ne avevo regalato una ai miei anni fa... tanti anni fa. Funziona come una piastra, alla fine, solo che conserva il calore molto più a lungo del metallo. C'è un ristorante ad Avignone di cucina mongola che funziona così: ti mettono una poetra ollare al centro del tavolo e della carne tagliata a striscie e delle verdure; ti cuoci la tua carne sulla pietra a piacimento. È molto conviviale.
Il problema è che la pietra ollare ha tendenza a spaccarsi, se esposta a sbalzi di temperatura o se presenta delle imperfezioni. Però è uno strumento molto sano poiché si cuoce senza usare grassi, il ché fa bene... di tanto in tanto.



Ma il mio dubbio è questo: come cuocere una bistecca alla fiorentina su pietra ollare?
La fiorentina è alta 5-6 centimetri!


Non si può fare: ci metterebbe anni a cuocere... Però sulla pietra ollare la puoi mantenere calda.
Ricordo una volta che ero dalle parti di Terni e andammo a comprare fiorentine per tutti. Il macellaio ci fece:
-Oh! Fiorentine non ne faccio, la bestia è grande e qui la tagliamo all'aretina.
-All'aretina?, chiesi io
-'osì, più spessa 'he a Firenze... viene più alta.
-Buono! buono! All'aretina ci piace! conclusi con entusiasmo.
Così quella sera ci sfondammo la pancia, però notai che, visto che mangiarla tutta era impegnativo e ci impiegavamo tempo, la bistecca si raffreddava pian pianino. Tenerla appoggiata su una pietra ollare sarebbe stato l'ideale.


Minerale di steatitePietra di steatite, con la quale vengono costruite le pietre ollari.

E per questo è perfetta la pietra! Ma la mia idea era quella di cuocere la fiorentina mentre la pietra è ancora sulla fiamma, usarla insomma come una piastra. E poi portarla in tavola sulla stessa pietra.
Dici che non si può?
I puristi della fiorentina m'hanno consigliato la "Ghisa Francese", che con un nome così altisonante sicuramente è perfetta.
Ma anche la pietra ollare potrebbe funzionare...


Credo di no e sai perché? è come la fiorentina stessa: non abbastanza spessa per mantenere molto calore... Però bisognerebbe chiedere a un fisico della materia se si può o non può realizzare e per quanto tempo la pietra conserva una temperatura abbastanza alta per cuocere bene una fiorentina.
In ogni modo la ghisa è eccezionale. Difatti le pentole Le Creuset sono una meraviglia per arrosti e cose simili. Provare per credere!
Mi tagli le patate a fette, per piacere, mentre io faccio le cipolle?

lunedì, dicembre 18, 2006

Due pagri al forno (1)


Buona domenica!
Ieri sono andato al mercato e il signor Miguel aveva cose da capogiro! Certe orate che sembravano vive!
Al ché ti proporrei un'altra ricetta di pesce...


umm
qualcosa di vegetariano non ne hai?


Si, certo! un paio di spaghetti al pomodoro, un'insalatina verde... Che preferisci?
Coi vegetariani stretti ho sempre avuto conversazioni molto surreali: cercano di giustificare la loro deviazione nelle maniere più ridicole.


:) pero' bisogna pensare a tutti

Si, certo, magari uno di questi giorni facciamo una bella escalivada o un tian alla maniera del Vaucluse... magari come contorno a un bel pesciolone in crosta di sale!

umm
ok, altro pesce va bene; siamo sotto Natale in fondo. Vuol dire che gli erbivori verranno ospitati dopo le feste.
Ma dunque, quest'oratina come la vogliamo preparare?


Alla fine ho preso dei pagri (singolare: pagro), che sono molto simili alle orate. Si tratta di un pesce non troppo comune nelle nostre acque (tranne forse a primavera, quando si avvicinano alla costa per riprodursi), ma che qui a Barcellona si trova con maggiore frequenza.
Lasciami presentarti però il signor Miguel, nostro pescivendolo di fiducia.



Adesso sembra un po' burbero, ma è perché sta lavorando ed è impegnato dalla sua arte. Ma ti garantisco che ha sempre una parola o un'attenzione per me.

sabato, dicembre 16, 2006

Una zuppetta di gamberi e ceci (6)

"anzitempo" mi sembra una parola grossa!! Passami i gamberi, va! che li aggiungo alla zuppa...
Ora saggiamo un po' il sale e il pepe e tra 10 min siamo pronti per passare a tavola!
Che vino consigliamo per questo piatto, Massi?


Sceglierei un vino proveniente da una terra di mare e marinai. Ho messo in frigo un Gravina Bianco DOC che ho comprato questa estate, un vino che non ho mai provato.
Ti va di correre il rischio? A me pare una buona occasione.





Ingredienti:
  • 300g di ceci secchi
  • 250g di gamberi sgusciati
  • aglio
  • rosmarino
  • mezza buatta di passata di pomodoro (4 cucchiai)
  • 2 filetti di acciuga o una manciata di capperi di Pantelleria
  • 1 litro di fumetto di pesce
  • crostini di pane secco
  • pepe (bianco)
  • sale q.b.

Per il fumetto di pesce:
  • del pesce
  • una cipolla infilzata con 3-4 chiodi di garofano
  • 2 carote
  • un gambo di sedano
  • un ciuffo di prezzemolo
  • 1 litro e un quarto di acqua
  • alcuni chicchi di pepe

Preparazione:
  1. Mettete in una pentola capiente le verdure, il pesce e il pepe. Coprite di acqua e lasciata sul fuoco per un ora.
  2. Mettete i ceci (che avrete lasciato una notte in acqua con un po' di bicarbonato) in una pentola, assieme a uno spicchio d'aglio e un rametto di rosmarino. Caprite d'acqua, portate a ebollizione e lasciate sobbollire per 3/4 d'ora. Scolate e passate a setaccio.
  3. In una pentola capiente, fate sciogliere le acciughe in poco olio. Aggiungete i ceci e mescolate.
  4. Aggiungete la passata di pomodoro e mescolate bene. Finite col coprire il tutto con il fumetto.
  5. Portate a ebollizione un altra volta e, quando bolle, aggiungete i gamberi.
  6. Saggiate di sale e pepe e cuocete altri 10 minuti.
  7. Preparate dei crostini con del pane secco sfregati con dell'aglio. Riponeteli sul fondo del piatto e coprite dolcemente con la zuppetta. Servite prima che si raffreddi (alcuni amanti aggiungono olio a cruso, badate però che -se siete di questa scuola- non sia forte, che coprirebbe il suave sapore del pesce e del pepe bianco macinato di fresco).

venerdì, dicembre 15, 2006

Una zuppetta di gamberi e ceci (5)


Quella brava Nonna Papera. Sai quante torte avrà sfornato in tutti questi anni ai piedi della collina Scassamotori?
A proposito, credo che fosse Barks che diceva che Paperone de' Paperoni è un personaggio interessantissimo, molto più dinamico degli altri paperi.
Sarà pur vero, ma il fatto che abbia perso buona parte della sua umanità attraverso le prove a cui l'ha sottoposto la vita ne fa un personaggio più negativo che altro.


Zio Paperone! Ecco chi volevo invitare... tirchio com'è avrebbe accettato l'invito senza indugio! Ma probabilmente si presenterà da solo a pranzo appena saputo che il nipote è diretto a casa nostra.
Son daccordo con te, Paperone diventa "necessariamente" disumano per poter tener dietro al suo desiderio di ricchezza. E se per un verso il messaggio puo' piacermi, perchè insegnerebbe a quali aberrazioni della personalità porta la brama di ricchezze materiali, dall'altro mi preoccupa un po', perchè Paperone riesce sempre ad averla vinta nelle sue battaglie, suscitando spirito di emulazione nel lettore.


Paperone però ce l'ha sempre vinta perché è "uno bbuono"! Il terrore del Transvaal si faceva chiamare, non per niente...
È uno di quei personaggi per i quali non sai se parteggiare oppure no. Paperone è sicuramente dotato di una storia e di parecchio spessore, ma noi ci identifichiamo in Paperino, vero? Un decadente come noi!


Per molti versi direi di si. M'è rimasta impressa una vignetta in cui Paperino, sdraiato sull'amaca in giardino, legge un libro intitolato "L'arte dell'oziare", e in questo momento mi pare che anche noi stiamo oziando davanti ai fornelli, lasciandoci spingere invece che dal vento dai profumini che escono da quei tegami.
Pero' Paperino mi pare un po' troppo irascibile rispetto a noi. Vero pure che i nipotini sono insopportabili e saccenti...E poi povero Paperino, noi qui a "impegnarci" per non procreare anzitempo e lui si ritrova tre rompiscatole senza batter chiodo...

giovedì, dicembre 14, 2006

Una zuppetta di gamberi e ceci (4)


I Saggi sul Buddhismo Zen! La prossima volta che mi trovo in prossimità del tuo comodino li sostituisco con il Manuale delle Giovani Marmotte e vediamo che effetto fa.
Questo purè di ceci sembra che non veda l'ora congiungersi con i gamberetti e tutto il resto della zuppa!




Si, non fare troppo caso ai capperi che vedi: mi sembrava una buona idea, ma ci sto quasi per ripensare...

In genere i capperi mi piacciono, pero' li uso per i sughi o per i ripieni. Nella zuppa mi incuriosiscono, ma a te l'ultima parola!

Magari passati al setaccio come i ceci...
Comunque mo scaldo un po' di olio nella pentola grande, ci faccio sciogliere un paio di acciughe (senza dubbio meglio dei capperi), i ceci e la passata di pomodoro.
Mentre continuo la preparazione, mi dici chi abbiamo a pranzo oggi, oltre al comandante Cousteau? Mi dicevi l'altro giorno che volevi invitare Paperino: sei riuscito a sentirlo?


Paperino? Ma si, l'ho sentito, ha detto che aveva un po' da fare con Nonna Papera. Credo stessero raccogliendo cavolfiori. Pero' appena finito ci raggiungerà e ci portera' una fantastica ricetta della nonna!

mercoledì, dicembre 13, 2006

Una zuppetta di gamberi e ceci (3)


A me, Italo Calvino, malgrado numerosi e ripetuti tentativi, non è mai piaciuto. Lo so, lo so... Niente da fare. Mi mancano praticamente soltanto le Città Invisibili da esplorare, ma finora, a parte qualche Marcovaldo, Calvino non mi ha destato nessun interesse.

Difatti ricordo con agghiacciante terrore la forzata lettura del Cavaliere Rampante in terza media. Avevo appena letto Il Sergente nella Neve di Carlo Levi (autore che ho ritrovato con piacere anni più tardi) e il
libro di Calvino mi sembrava tanto insignificante, tanto ingenuo che all'esame di terza media lo feci una chiavica mentre tutti gli altri bambini dicevano -compiaciuti- che era "bellissimo".

Massi, mi metteresti a bollire quei ceci lì? (li ho messi in ammollo ieri sera)


Ecco fatto. Ceci sul fuoco.
Mia nonna li metteva ad ammollare con un po' di bicarbonato, come si fa, ma riscaldava appena un po' l'acqua. Giusto un minuto sul fuoco. Pare che avesse un effetto incredibile sulla tenerezza del cecio.
A me Calvino è sempre piaciuto, credo che riesca a giocare con il tempo e con lo spazio in maniera eccezionale. Ho letto il Barone Rampante (non era un semplice cavaliere) pochi anni fa e l'ho trovato bellissimo come i tuoi compagnelli di classe.
Ma nemmeno "Le Cosmicomiche" e "Ti con Zero"? Un uomo di scienza come te?


Vedi? Lo avevo involontariamente degradato! ;-)
Mi stai ponendo la domanda che mi pongono tutti: c'è sempre qualcosa da leggere che potrebbe piacermi dell'opera di Calvino. Però perché mi deve piacere a forza? Ci sono mille e mille altri autori da conoscere e che -per me- rappresenterebbero di più. Quindi perché fissarmi su di uno che, per di più, non mi trasmette nulla?

E mica ti ci devi fissare? Però ti deve piacere a forza! Calvino è bello e basta!
E' come quando dico che non mi piace GianMaria Testa, mi trattano come se volessi in questo modo provocare. Ma a me quello mi mette tristezza, che ci devo fare. E nulla mi trasmette. Però ho deciso che mi piace e basta, al prossimo che me lo chiede gli rispondo "certo che mi piace! a chi non piace! come può non piacere" e si evita tutta una discussione alla fine della quale ci faccio la parte di quello che a tutti i costi vuol sembrare anticonformista.
E tu che stai leggendo?


Nun me piace 'o presepe...
Devi sapere Massimiliano che ho due pile di lettura. Una a breve termine e una a lungo termine. I libri a breve termine sono quelli che leggo ora, subito, nel metro. A lungo termine invece sono quelli che stanno sul comodino da più di un anno e che consulto più che leggere. Uno di questi sono i saggi sul buddhismo che mi hai prestato tempo addietro (non ti preoccupare, uno di questi anni te li restituisco).
Ora che i ceci sono cotti, li riduci a purè mentre sguscio i gamberetti?

martedì, dicembre 12, 2006

Una zuppetta di gamberi e ceci (2)

Ho visto quel film, ma a dire il vero non m'è piaciuto molto. Sicuramente si tratta di una forma di ironia e humor originale, ma decisamente non è il mio genere.
A proposito di nonni e di vini... mi hai fatto tornare in mente quando a pranzo, ad Avignone, tuo nonno e tuo padre facevano a gara a chi mi faceva assaggiare più vini tentando di darmi indicazioni sulla provenienza ed altre dritte. All'inizio riuscivo a capirci qualcosa, ma dopo un po' la mia testa cominciava a fermentare come un tino pieno di mosto. E poi iniziavano le barzellette sul Belgio e sui Belgi! Il mio stentatissimo francese mi permetteva solo di capire quando dovevo ridere per non far brutta figura.
In genere aspettavo che dicesse la parola "patate", ridevo (e non era difficile dopo tutto quello che mi avevano fatto bere e mangiare) e ci facevo anche discreta figura. O forse cosi' volevano farmi credere...
M'è venuta voglia di un pastis! Tre parti d'acqua ed una di Ricard!
Ma fammi ficcare il naso nel tegame che vedo sul fuoco...



Si tratta del brodo che sto facendo col pesce. Ieri, come al solito sono andato al mercato ed ho comprato un po' di cose: una coda di rospo bella grande, del salmone e i gamberetti per oggi.
Quando il signor Miguel mi ha sfilettato la coda di rospo (la farò alla griglia con alcune spezie indiane, giusto per vedere cosa ne esce), mi ha detto di conservarne la spina centrale per farne fideuá (qui a Barcellona non si fa la paella col riso bensì con un tipo di pastina -i fideos- e il risultato si chiama appunto fideuá). Unita ai resti del salmone e a qualche verdura (carote, prezzemolo, cipolla), la spina di coda di rospo ci tirerà fuori un brodo migliore di qualsiasi intruglio artificiale!

Ultimamente a casa, in mancanza di pastis e in piena moda mediorientale, ci stiamo dando all'arak libanese o al raki turco. Però non è stagione di pastis...
Ti ricordi quegli interminabili pomeriggi d'estate a sorseggiare pastis sul divano di Hyères?


E come posso dimenticarmene ... che dolce far niente.
Sai cosa ho cominciato a leggere? Uno di quei libri che in genere ti rifilano a scuola da piccolo. A me non l'hanno mai rifilato... Il Cavaliere Inesistente di Italo Calvino.
L'hai letto?

lunedì, dicembre 11, 2006

Una zuppetta di gamberi e ceci (1)

Buongiorno Massimiliano.
Inizia a fare freschetto... Ci vorrebbe qualcosa di caldo che ci arripigli, tu che dici?

Stavo pensando a un brodino, anzi: una zuppetta. Una zuppetta di gamberi e ceci.


Bravo, bravo. Dopo i bagordi di ieri sera l'idea di una zuppetta mi piace.
Ci aiuterà a riprenderci da quei pessimi cocktail che ci hanno rifilato.
Anzi, a tal proposito, tu credi nella teoria che il giorno dopo una pessima sbornia il cosiddetto "richiamino alcolico" possa aiutare?
Insomma, stappo una birretta anche per te?
E sempre a proposito di leggende metropolitane, vedo che qualcuno ha infilato un cucchiaino nel collo della bottiglia di birra. Ma 'sta cosa funziona veramente?
È da tanto che me lo chiedo e un po' di tempo fa trovai una teoria secondo la quale le particelle di anidride carbonica, mentre cercano la loro via di fuga attraverso il foro, incontrano il freddo cucchiaino (funziona dunque solo in frigorifero!) e contraendosi per l'abbassamento di temperatura diventano più dense e cascano di nuovo nella bottiglia.
Quindi il cerbero metallico avrebbe un seppur minimo effetto nel conservare le bevande frizzanti.
Ma qualcuno piu' saggio ancora mi ha consigliato di finirmi la bottiglia una volta aperta invece di abbandonarmi a stupidi espedienti.


Saggia persona! Ma stamattina ti sei svegliato pieno di domande? Si può sapere che cose ti hanno rifilato ieri sera?
Se possibile, invece della birra mi verseresti un po' di quel Fiano di Avellino che ho visto in cantina?
La tecnica della forchetta l'ho sentita anche io (e usata in passato) e sembrava funzionasse (autosuggestione?). Spiegavo il fatto dicendo che il metallo reagiva con l'ossigeno dell'aria prima che questi entrasse nella bottiglia e quindi rovinasse il liquido all'interno.
Però, per conservare la birra non c'è nulla di meglio della schiuma della birra stessa. Preserva il liquido dall'aria e quindi dall'ossidazione (il sapore si rovina) e dalla "perdita di bollicine". Mi fanno ridere coloro che si versano la birra facendo attenzione a non fare schiuma! E poi, sai cosa si dice a Modena? Bere schiuma rende furbi!


E dunque invece di pane e volpe, come mi dicevano da bimbo, tu suggeriresti birra e schiuma?
Approvo sicuramente, sia perchè mi piace la birra con la schiuma, sia perchè non saprei come preparare la volpe.
Forse con un contorno di uva, ma quelle sono altre storie.
E a proposito di zuppe e ricordi di bimbo, io oggi ho invitato a pranzo il grande Jacques-Yves Cousteau, che mi ha fatto sognare con i suoi viaggi sulla Calypso.
Sai che lui usava mettere del vino rosso nel piatto della zuppa? Qualche volta ci ho provato anche io per spirito di emulazione e devo dire che la cosa non mi ha esaltato più di tanto.
Invece ci preferisco del pepe bianco. Tu che dici? sarò adatto anche per il nostro piatto di oggi?


Credo fosse il mio bisnonno materno che metteva vino nella zuppa. Oddio! credo mettesse vino quasi ovunque. Produceva un vino acidissimo dalle parti di Rive-de-Gier, una valle tra Lione e St.Etienne. Lo produceva tutto da solo, andava a coltivare i campi in collina dopo una giornata passata in miniera. Impossibile dirgli che era veramente tremendo, dopo tutta la fatica e l'amore messoci! Quindi i parenti bevevano aggrappandosi al tavolo e gli facevano i complimenti.


Il pepe bianco lo metto spesso nel pesce, perché si sposa meglio del pepe nero, essendo meno agressivo e più profumato. Quindi non temere: lo useremo anche oggi. Il pepe macinato di fresco caccia fuori un profumo veramente piacevole, quasi un incanto. Pensando a Cousteau, dovresti sentire Seu Jorge: è un artista brasiliano che ha partecipato al film Life Acquatic (parodia dei viaggi della Calypso), suonando canzoni di David Bowie alla chitarra acustica e in portoghese.

sabato, dicembre 09, 2006

Un pollo ripieno (6)


Come lego il vino all'amore per le persone?
Mi ricordo certamente molti bei momenti passati con persone che amavo o che amo e del vino (buono, tanto o tanto e buono)
Ma non mi va di filosofeggiare sul vino se non ne ho bevuto almeno due bicchieri!
Ma tu riusciresti ancora a bere quel vinaccio che girava alle feste in spiaggia? Quello che ti lasciava il segno nero sulle labbra
ed il cerchio luminoso alla testa?
Non c'è corrispondenza tra vino buono e bei momenti passati col vino.
Però trovarsi a cena con chi non tocca il vino, con chi pasteggia a cocacola...
Tu cosa faresti se io piu' tardi, di fronte al tuo magnifico pollastro, aprissi una lattina di cocacola?
Se lo facessi tu, ti toglierei il pollo dal piatto e ti aprirei una scatoletta di tonno.
Il vino fa buon sangue! Mio nonno Vincenzo lo ripeteva sempre!


Guarda, non saprei dirlo meglio! Bonum vinum lætificat cor hominum, come dicevano giustamente i latini; per questa ragione apprezzo ancor più la compagnia di chi mi è amico davanti un buon bicchiere di vino (o un bicchiere di vino buono).
Però basta filosoffeggiare per oggi: porta la bottiglia a tavola, coi bicchieri, mentre tolgo l'opera d'arte dal forno.
Buon appetito Massi!



Finalmente si mangia!
Buon appetito a te! E rutto libero per tutti!





Ingredienti:
  • un pollo disossato
  • qualche striscia di pancetta affumicata (x lardellare)
  • mezza cipolla
  • un 50g di carne tritata
  • un uovo
  • 2 fette di pane lasciato in ammollo nel latte
  • un ciuffo di prezzemolo
  • una manciata di pinoli
  • olio
  • burro
  • pepe
  • sale
  • noce moscata
  • timo
per il contorno:
  • l'altra mezza cipolla
  • 300g di lenticchie lasciate in ammollo nell'acqua per un'ora o due

  1. Tagliare cuore e fegato del pollo. Tagliare la cipolla in quarti. Tritare. Unire il pane strizzato come si deve e la carne. Tritare. Timo, pepe, noce moscata e aggiustare il sale. Mescolare. Unire un uovo. Mescolare. Se l'impasto risulta troppo liquido perché non avete strizzato bene il pane, aggiungete una cucchiaiata di pan grattato senza dirlo a Massi.
  2. Riempire il pollo con il composto. Chiuderlo, lardellarlo con la pancetta e legarlo. Ungere il pollo con olio e burro e poi adagiarlo con cura in una pirofila anch'essa trasudante grasso. Infilare il pollo nel forno preriscaldato a 200°C.
  3. Lessate le lenticchie in acqua salata; scolatale a metà cottura. Unite mezza cipolla tagliata grossolanamente.
  4. Dopo mezz'ora e passa di cottura del pollo, tirarlo fuori dal forno, unire le lenticchie, rigirarle nel grasso di cottura. Abbassare la temperatura del forno e lasciare finire di cuocere (un'altra mezz'ora o poco più: dipende dalle dimenisioni del pollo).
  5. Servire appena tirato fuori dal forno. Le fette vanno tagliate con delicatezza per preservare l'"effetto ripieno". Buon appetito!

venerdì, dicembre 08, 2006

Un pollo ripieno (5)



Sei proprio un uomo-Wikipedia!
Alla tua!
Mi fai pensare a una lettera che Arthur Rimbaud scrisse a Ernest Delahaye, quando aveva 17 anni, nel giugno 1872.



"Maintenant, c'est la nuit que je travaince. De minuit à cinq heures du matin. Le mois passé, ma chambre, rue Monsieur-le-Prince, donnait sur un jardin du lycée Saint-Louis. Il y avait des arbres énormes sous ma fenêtre étroite. A trois heures du matin, la bougie pâlit ; tous les oiseaux crient à la fois dans les arbres: c'est fini. Plus de travail. Il me fallait regarder les arbres, le ciel, saisis par cette heure indicible, première du matin. Je voyais les dortoirs du lycée, absolument sourds. Et déjà le bruit saccadé, sonore, délicieux des tombereaux sur les boulevards. - je fumais ma pipe-marteau, en crachant sur les tuiles, car c'était une mansarde, ma chambre. À cinq heures, je descendais à l'achat de quelque pain ; c'est l'heure. Les ouvriers sont en marche partout. C'est l'heure de se soûler chez les marchands de vin, pour moi. Je rentrais manger, et me couchais à sept heures du matin, quand le soleil faisait sortir les cloportes de dessous les tuiles. Le premier matin en été, et les soirs de décembre, voilà ce qui m'a ravi toujours ici."

"Ora, è la notte che lavoraccio. Da mezzanotte alle cinque della mattina. Il mese scorso, camera mia, rue Monsieur-le-Prince, si affacciava su un giardino del liceo Saint-Louis. Alberi enormi erano sotto la mia stretta finestra. Alle tre del mattino, la candela impallidisce; tutti gli uccelli gridano assieme tra gli alberi: è finita. Basta lavoro. Dovevo guardare gli alberi, il cielo, fermati da quest'ora incidibile, la prima del mattino. Vedevo i dormitori del liceo, assolutamente sordi. E poi già il rumore irregolare, sonoro, delizioso dei tombarelli sulla strada. -io fumavo la mia pipa-martello, sputando sulle tegole, perché era una mansarda, la mia camera. Alle cinque, scendevo per comprare qualche panino; era l'ora. Gli operai sono in cammino ovunque. E' l'ora di ubriacarsi dai mercanti di vino, per me. Tornavo per mangiare e mi mettevo a letto alle sette del mattino, quando il sole spingeva gli scarafaggi a uscire da sotto le tegole. Prima mattina in estate, e le sere di dicembre, ecco quelle che mi rapisce sempre quì."



Il bravo ragazzo, dopo una notte insonne passata a scrivere, scende in strada a bere del vino, accompagnandolo con del pane appena sfornato.
Il vino accompagna la notte, accompagna il lavoro e l'ispirazione. Non solo il sesso, quindi.
Parleremo delle notti insonni un'altra di queste domeniche, ma dimmi: "Come lo leghi tu il vino all'amore per le persone?"

giovedì, dicembre 07, 2006

Un pollo ripieno (4)

Cucina e sesso mi fa pensare subito a "La grande abuffata". Quel film riesce a parlare di squisitezze gastronomiche e lasciarti allo stesso tempo con l'amaro in bocca.
O anche penso agli Skiantos che cantavano "Sesso e carnazza".
Ma tu preferisci far sesso a stomaco pieno o a stomaco vuoto ? Hai mai mangiato e fatto sesso contemporaneamente ?
Ma soprattutto sbrigati ad imbottire quel pollastro, che mi sta venendo fame!


Giusto, mi sembra il caso di concludere.
Allora sistemiamo il ripieno nel pollo, ripieghiamo i lembi come se fosse un libro (tho! Questo ci darà da parlare con i nostri amici letterati che verranno a casa) e lo leghiamo con lo spago da cucina (dopo averlo lardellato, che te lo dico a fare?!).
Bondage aviario!


Mi prendi quella pirofila lì in cima allo scaffale?
Sai che fai? La ungi ben bene di grasso (olio di oliva o burro).
Passami il burro che ne spalmo un poco anche sulla pelle così mi viene croccantina.
Accendo il fuoco così lo troviamo già caldo. Nel frattempo -senza mai essere di comando- mi metti a fare quelle lenticchie?


Ungi la carne di olio, spalmi il burro sulla pelle e prima anche il bondage e poi parli di allusioni?
Qui qualcuno dei due è troppo malizioso ... forse entrambi.
Ecco la pirofila. La sciacquo un po' che ha preso polvere.
E mentre le lenticchie cuociono e prendono sapore ungo a dovere il volatile.


Sai, parlando di sesso e cucina, non credo veramente che vi siano piatti afrodisiaci.
Piuttosto vi sono piatti erotici, fatti di allusioni e provocazioni. Piatti che ti mettono a tuo agio e ti danno voglia di essere felice.
Cucinare per me è altamente erotico, sopratutto quando vi è una persona che mi piace accanto. Mangiare è un piacere, di più: un peccato della carne! ...se mi concedi il gioco di parole.



I romani dicevano Sine Bacchus and Cerere Friget Venus dando molta piu' importanza alle proprietà afrodisiache del vino. Ma quelle sono indiscusse, non perche' il vino faccia aumentare il desiderio, ma per la sua capacità di mettere per un po' in fuga i tabu' e le inibizioni che ci sono state inculcate.
Ecco di cosa ci hanno imbottiti. Ci hanno imbottiti di roba inutile, è come se tu nel pollo avessi messo chili di pan grattato e basta.
Sai cosa succederebbe? Come si dice dalle nostre parti "annozzerebbe in canna", ti si bloccherebbe nell'esofago.
E per fortuna che il vino è la miglior soluzione conosciuta per l' "annozzamento" ...
Brinderei ad una frase che ogni tanto si risente nelle piazze "Fuori la chiesa dalle nostre mutande!"
Alla tua Alex!


Pangrattato tua sorella! Come mai questa vena polemica tutta d'un colpo? Avevi sete?
Apri allora quella bottiglia di Penedés che avevo messo da parte (scusa il vino spagnolo, ma ultimamente sono un po' ispanofilo, sai com'è...).
Adesso metto il pollo nel forno; a metà cottura aggiungerò le tue lenticchie con mezza cipolla a fette.
Comunque vorrei protestare: il vino al cuoco non dovrebbe mai mancare!
Prendiamo come abitudine e regola di stapparci una bottiglia di vino bianco quando siamo in cucina.


Confesso che ho fatto una manovra eversiva per giustificare l'apertura di una bottiglia.
La prossima volta l'aprirò senza bisogno di scuse.
Ma buono questo vino ispanico!
Vediamo cosa dice il mio infallibile manuale in proposito:


Il Penedés dà il suo nome ai 27.000 ha di vigneto che crescono fra Barcellona e Tarragona.
Il clima, d’influenza mediterranea, è molto vario e conferisce al Penedés condizioni privilegiate che gli permettono la produzione di un’ampia varietà di vini di grande qualità.
Nel Penedés si coltivano le viti bianche Macabeo, Chardonnay, Xarel.lo e Parellada e le rosse Mazuela, Garnacha, Samsó, Ull de Llebre, Monastrell e Cabernet Sauvignon.
Questa Denominazione di Origine elabora vini bianchi leggeri, freschi, fruttati e aromatici, di gradazione moderata.
I rossi sono morbidi e vellutati, complessi ed eleganti, di carattere. La loro produzione è inferiore a quella dei bianchi.

mercoledì, dicembre 06, 2006

Un pollo ripieno (3)


Sei un animale! è crudo!!!
Prendi il pollo piuttosto! (era una bella bestia di quasi 3kg)



Davvero un bel pollastro!
Sei sicuro che non sia pompato con chissà quali pastoni?
Avrà scorazzato un po' nell'aia prima di diventar degno di cotanta fine?
Ma a proposito, non mi hai ancora detto se avremo ospiti a pranzo.


Mi fai pensare a mio zio Francis -grande cuoco- che chiedeva sempre al contadino un pollo "che aveva corso ben bene".
La risposta del contadino era, di solito: "Certamente e se non corre lui, lo faccio correre io, al pollo!"
Comunque la signora Gina è a prova di fiducia.
Ma tu pensi che i polli possano soffrire delle conseguenze di "pastoni modificati"?
Ti immagini, una sindrome del pollo pazzo, che si alza dal piatto e inizia a scappare per tutta casa?!
Una scena del genere è degna di un film dell'orrore.
Ho invitato per inaugurare la nostra Cucina della domenica alcuni ospiti illustri:
Mehmet Murat Ildan, il turco,
Douglas Norman, da cui ho tratto ispirazione per questa ricetta,
e Isabel Allende.
Ospite d'onore Gioacchino Rossini, grande forchetta e buongustaio di primo piano.


Bene bene, pare che avremo una compagnia interessante.
Mi chiedo se a qualcuno di loro verrà in mente di portare i babà e i bignè per fine pranzo.
Avresti potuto invitare uno delle nostre parti ?
Mi sa che è meglio se piu' tardi faccio un salto in pasticceria a comprare un po' di paste.
Comunque, a proposito del pastone modificato, non so quanto ne abbia sofferto il pollo (che ormai non mi pare soffrir piu' di tanto) ma temo che il sapore della sua carne possa subire le conseguenze di pompaggi sconsiderati.
Ma mi chiedo, un cannibale prima di mangiarmi si farebbe tutti sti problemi ? Si chiederà se sono cresciuto ad omogeneizzati, girellamotta e bigmac ? Pensera' che "non ci sono più i cristiani di una volta"?
E degli uomini di nessuna fede come noi due, avranno lo stesso sapore di un papa o di un chierichetto?
Umm...
Di sicuro il sapore di un esploratore come il dr.Livingston (i suppose...) era piu' ruspante del nostro.
A proposito, dobbiamo invitarlo a pranzo qualche volta.


Stai parlando del Dr. Livingstone, I presume...
Sarebbe piacevole fare una rimpatriata col vecchio Bula Matari e vedere se ci mena a fine pasto.
Sarebbe disdicevole, sopratutto perché l'arte di avere ospiti a pranzo prevede un saggio controllo dell'alchimia tra le persone: devono avere un carattere compatibile, interessi in comune e anche certe differenze.
Questa volta sappiamo che con i nostri ospiti parleremo di cucina e di sesso, di amore e lontananza. Magari anche di emigranza e di quanto difficile è trovare gli ingredienti di casa in una terra straniera.

martedì, dicembre 05, 2006

Un pollo ripieno (2)


A proposito, ma la nonna come stà ? Continua a praticare il TaiChi?

La nonna pratica chi-gong. Sono stato a trovarla la settimana scorsa e -a parte qualche vuoto di memoria, ben comprensibili per i suoi 82 anni- sta in piena forma. Dinamica, si sposta, fa... Solo si è impigrita con la cucina. Poco male: ci siamo offerti ottimi pranzetti in altrettanto ottimi ristoranti.
Il Tao è veramente una pratica che mantiene giovani!


Mescolo il tutto accuratamente (mi piace sentire il pinolo sotto i denti, per questo motivo non lo ho tritato con il resto degli ingredienti).


Eggia', come diceva il grande Bruce Lee?
Guarda questa foto che ho trovato, la metto qui sul frigorifero attaccata con la calamita-peperone.



Empty your mind, be formless, shapeless — like water.
If you put water into a cup, it becomes the cup.
You put water into a bottle it becomes the bottle.
You put it in a teapot it becomes the teapot.
Now, water can flow or it can crash.
Be water my friend.


Quant'era bello!
Questo intruglio inizia ad avere un ottimo aspetto, posso ficcarci un pezzo di pane dentro per assaggiare?

lunedì, dicembre 04, 2006

Un pollo ripieno (1)


Buongiorno Massimiliano
Bella domenica eh?
Ieri sono andato al mercato del Ninot (qui vicino casa) a ritirare un pollo che avevo ordinato alla signora Gina.
L'idea è la seguente: questa bella bestia, totalmente disossata, finirà ripiena!
Il fatto di ordinarla il giorno prima permette alla signora Gina di disossarmela. Non che non lo sappia fare, ma lei ci mette 10 minuti, mentre io ne impiegherei 30 come minimo!
Magari un'altro di questi giorni mostriamo come si disossa un pollo...
Fatto sta che leggevo in un libro di ricette afrodisiache di polli, tacchini e persino di gru ripiene. Secondo me c'è tutta una sottile metafora nel "riempire" qualcosa con qualcos'altro... (manco troppo sottile, la metafora!)


Buongiorno Alex!
Devo dire che questa domenica inizia bene.
Il cielo è limpido ed il caffè è venuto su come si deve.
E in più l'idea di farcire quel bel pollastro mi fa venire già fame...
Poi non sò perchè, ma l'idea che la signora Gina abbia dato il via a questa piccola avventura culinaria mi pare di buon augurio.
A proposito delle proprietà afrodisiache dei ripieni, mi fai venir a mente di un discorso che facevo un po' di giorni fa con una amica.
Mi spiegava che la passione irrefrenabile che hanno le donne per scarpe e borse, viene freudianamente interpretata come una attrazione per qualcosa che appunto si "riempie"...
Sono comunque convinto che tutto il buon cibo (ed il buon vino!) abbia proprietà afrodisiache.
Il corpo va' soddisfatto in toto ! In fondo anche fare all'ammore mette di buon appetito!
Metterei su un po' di musica per iniziare ancor meglio.
Preferenze?


Un po' di musica francese? Louise Attaque?
Nel frattempo prendo un bicchiere di rum per bagnare l'interno della bestia.
(a dire il vero, questo è un consiglio della signora Gina, però all'armagnac preferisco il rum perché meno secco - e anche più economico)



Bo'? Non li conosco. Sentiamo un po'. Ma se è noioso lo tolgo subito.
La domenica deve iniziare allegra e leggera.
Di pesante accetto al massimo la digestione (buona scusa per giustificare grappe e amari...)
Ma sai che sta' signora Gina mi è sempre più simpatica ?
La prossima volta ti seguo al mercato e me la presenti.



È allegro, è allegro... Si, magari la prossiva volta le chiediamo una lezione su come legare il pollo: ha la mano rapida e leggera. E poi è una simpaticona!
Nel frattempo mi prenderesti gli ingredienti per il ripieno dal frigo?
Mezza cipolla, carne tritata, un uovo, quelle 2 fette di pane che sono in quel piattino col latte e il prezzemolo?


Ecco qui tutto.
E già che ci sono stappo anche una birretta rinfrescante.



Ok, nel frattempo strizzo il pane, metto il tutto più il fegato e il cuore del pollo nel mixer.


Vvrrrrrrrrrr!!!
Dall'armadio delle spezie prendo i pinoli, il timo della nonna, sale, pepe, la noce moscata.

lunedì, novembre 27, 2006

Come se fosse domenica mattina

Alex: Hola Massi!
Massimiliano: ola bello ! come va ?
Alex: bene, stamattina sono andato al mercato per ordinare un pollo da imbottire. A tal proposito... ho una proposta da farti.
Massimiliano: a proposito di polli da imbottire ??? proponi pure !
Alex: si si... Ci sono tante cose da raccontare sulla cucina.
Quindi la proposta è: Fare un blog delle cose che prepariamo!
Massimiliano: di cucina ?
Alex: si. Mica ogni giorno ti metti a scrivere cose pesanti sul senso della vita?!
Massimiliano: Quelle le scrivo solo a te in chat.
Alex: eh eh, le teorie
Massimiliano: Proprio loro! umm... Comunque sarebbe carino assai, ma io sto cucinando pochissimo ultimamente.
Alex: Invece qui da me, ho praticamente il monopolio dei fornelli. Per esempio si possono anche mettere le ricette mangiate come il risotto al melograno e pesce spada di Margherita.
Massimiliano: vero! vero! umm... possiamo provare
Alex: EVVIVA! e poi una forma carina di scrivere post si può trovare. Sotto forma di dialogo, per esempio, oppure uno scrive un fatto e l'altro lo commenta.
Massimiliano: wow !la forma di dialogo mi piace.
ok, ci sto.

Alex: ...anche se è difficile da coordinare. Ma se si scrive una ricetta contando un fatto, si possono fare domande, tipo le cose che si raccontano in cucina... sai, mentre tagli le cipolle.
Massimiliano: vediamo che ne viene fuori. coordiniamo poco per ora, improvvisiamo un po'.
Facciamo così: siccome tu ora sei quello che cucina, io faccio la parte dell'aiuto cuoco: ti chiedo i fatti, verso il vino e ci scappa la chiacchiera.

Alex: mi piace 'sto fatto che tu peli le patate al posto mio
Massimiliano: vai vai
Alex: Ok. Tipo uno scrive in un colore e l'altro in un altro.
Massimiliano: ci diamo del tu o del voi?
Alex: ah! buona domanda
Massimiliano: yep. ummm... diamoci del tu, ma teniamo un tono di amicizia formale.
Alex: ottimo. Durante la settimana ci facciamo la chiacchera e l'ultimo giorno si mette la ricetta completa. L'idea è questa: 1 ricetta alla settimana (quella cucinata di domenica).
E mo vado a prendere il caffé.
Massimiliano: umm fumo una sigaretta e ci penso. A fra un attimo.

caffecaffe'
Massimiliano: ole'
Alex: Olé! Guarda, sono sconvolto: sono andato a prendere un caffé con una cinese che sta fuori come un balcone!
Massimiliano: dunque, durante la settimana prepariamo la ricetta? Come se la settimana intera fosse la domenica mattina?
Alex: Un paradiso
Massimiliano: heeheh
Alex: lo chiamiamo: "Come se fosse domenica mattina..."?
Massimiliano: qualcosa di simile ...
Alex: "Buona domenica" l'hanno già usata.
Massimiliano: infatti ...umm Sunday Morning come la canzone dei Velvet Undergound è troppo esterofila...
Alex: ... e Sunday Bloody Sunday è troppo sanguinolenta.
Massimiliano: :-)