venerdì, dicembre 08, 2006

Un pollo ripieno (5)



Sei proprio un uomo-Wikipedia!
Alla tua!
Mi fai pensare a una lettera che Arthur Rimbaud scrisse a Ernest Delahaye, quando aveva 17 anni, nel giugno 1872.



"Maintenant, c'est la nuit que je travaince. De minuit à cinq heures du matin. Le mois passé, ma chambre, rue Monsieur-le-Prince, donnait sur un jardin du lycée Saint-Louis. Il y avait des arbres énormes sous ma fenêtre étroite. A trois heures du matin, la bougie pâlit ; tous les oiseaux crient à la fois dans les arbres: c'est fini. Plus de travail. Il me fallait regarder les arbres, le ciel, saisis par cette heure indicible, première du matin. Je voyais les dortoirs du lycée, absolument sourds. Et déjà le bruit saccadé, sonore, délicieux des tombereaux sur les boulevards. - je fumais ma pipe-marteau, en crachant sur les tuiles, car c'était une mansarde, ma chambre. À cinq heures, je descendais à l'achat de quelque pain ; c'est l'heure. Les ouvriers sont en marche partout. C'est l'heure de se soûler chez les marchands de vin, pour moi. Je rentrais manger, et me couchais à sept heures du matin, quand le soleil faisait sortir les cloportes de dessous les tuiles. Le premier matin en été, et les soirs de décembre, voilà ce qui m'a ravi toujours ici."

"Ora, è la notte che lavoraccio. Da mezzanotte alle cinque della mattina. Il mese scorso, camera mia, rue Monsieur-le-Prince, si affacciava su un giardino del liceo Saint-Louis. Alberi enormi erano sotto la mia stretta finestra. Alle tre del mattino, la candela impallidisce; tutti gli uccelli gridano assieme tra gli alberi: è finita. Basta lavoro. Dovevo guardare gli alberi, il cielo, fermati da quest'ora incidibile, la prima del mattino. Vedevo i dormitori del liceo, assolutamente sordi. E poi già il rumore irregolare, sonoro, delizioso dei tombarelli sulla strada. -io fumavo la mia pipa-martello, sputando sulle tegole, perché era una mansarda, la mia camera. Alle cinque, scendevo per comprare qualche panino; era l'ora. Gli operai sono in cammino ovunque. E' l'ora di ubriacarsi dai mercanti di vino, per me. Tornavo per mangiare e mi mettevo a letto alle sette del mattino, quando il sole spingeva gli scarafaggi a uscire da sotto le tegole. Prima mattina in estate, e le sere di dicembre, ecco quelle che mi rapisce sempre quì."



Il bravo ragazzo, dopo una notte insonne passata a scrivere, scende in strada a bere del vino, accompagnandolo con del pane appena sfornato.
Il vino accompagna la notte, accompagna il lavoro e l'ispirazione. Non solo il sesso, quindi.
Parleremo delle notti insonni un'altra di queste domeniche, ma dimmi: "Come lo leghi tu il vino all'amore per le persone?"

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